sabato 30 aprile 2016

Non ci sono più le condizioni per andare al voto.


Come Sinistra Ecologia e Libertà riteniamo che a Santa Maria Capua Vetere, dopo le ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto la città, portando all’attenzione delle cronache nazionali un sistema di collusione tra politica e affari criminali, non ci siano più le condizioni per affrontare una campagna elettorale senza ombre e preoccupazioni. Ancora troppi pezzi mancano al mosaico che si sta costruendo a seguito delle indagini delle DDA di Napoli sulla nostra Città.

Chiediamo fermamente alla Prefettura di intervenire con la nomina di una Commissione d’Accesso al fine di chiarire i diversi livelli di connivenza e chiedere con forza e decisione il rinvio del turno elettorale per la Città di Santa Maria Capua Vetere, prolungando il Commissariamento fino a quando non sia stata fatta chiarezza su se e quanto la macchina amministrativa sammaritana sia infiltrata da organizzazioni camorristiche.
In attesa della risposta della Prefettura ritiriamo decidiamo di non partecipare più alla tornata elettorale, non presentando più la lista ed i nostri candidati.

Abbiamo condiviso questo nostro disagio e la necessità di richiamare l’attenzione della Prefettura alla coalizione di CentroSinistra e oggi vediamo l’annuncio di Pappadia e della Sgambato che recepiscono la nostra richiesta impegnandosi a chiedere la Commissione d’Accesso alla Prefettura. Restiamo però sgomenti dinanzi al fatto che vadano ad intestarsi personalmente l’azione, limitandola solo alle loro due persone e tenendo fuori oltre che SEL, che si è fatta prima testimone del problema e promotrice dell’azione, anche e soprattutto l’intera coalizione. Questa omissione, voluta o dovuta, mette in crisi il carattere della coalizione stessa che dovrebbe essere coesa su un tema così drammatico come la commistione tra amministrazione e malaffare nella Città del Foro.
  

Chiediamo a tutti gli schieramenti politici e civici che si apprestano a presentare loro candidati e liste per queste Amministrative di condividere la nostra iniziativa, avendo il coraggio di fare un passo indietro e lasciare il tempo agli inquirenti di rendere più chiara la situazione cittadina, sostenendo e impegnandosi affinché risulti inequivocabile la necessità di un rinvio del voto.

domenica 24 aprile 2016

Programma Elezioni Comunali 2016



In questa campagna elettorale è il tema dell’anticamorra, che per la prima volta, deve diventare  centrale (o almeno tra quelli più significativi) nella discussione pubblica determinando  un vero e proprio stravolgimento nelle candidature e aprendo così scenari inediti.  Il contrasto delle infiltrazioni camorristiche nel tessuto istituzionale ed imprenditoriale del nostro comune  non può essere un capitolo del programma elettorale o uno spot,  deve essere il punto di vista attraverso cui governare, il prerequisito per l’agire pubblico e politico, il modo di leggere i processi sociali ed economici.

Noi di Sinistra Ecologia e Libertà crediamo che in questa città sia necessario avviare una discussione sul sistema criminale, su come l’economia, il sociale, il welfare siano scivolati in una crisi sempre più profonda a causa della presenza della camorra  e delle  sue collusioni con la politica e le istituzioni e dell’inconsapevolezza ed indifferenza dei tanti. Responsabilità, rinnovamento e partecipazione sono le tre parole su cui costruire il presidio contro l’ illegalità nel futuro, un movimento diffuso e popolare che metta al centro del suo impegno la difesa dei diritti e gli strumenti culturali e sociali di contrasto alla criminalità organizzata. Per questo abbiamo deciso di  mettere a disposizione le nostre idee, analisi ed energie dentro questa città, scegliendo, non senza  difficoltà, una complessa  interlocuzione con il tavolo di centro-sinistra e chiedendo un candidato sindaco garante di questi  principi. Quello che vogliamo affermare con il nostro programma,  è consono ad una sinistra che sceglie di misurarsi con il governo della sua  città  nel momento difficile della crisi che la attraversa, che mette in campo la  dignità  sociale come principio base di una democrazia paritaria e di genere,  che insiste  sulla centralità del lavoro e sulla conversione che abbia al centro la green economy, sul welfare  e la responsabilità pubblica nel contrasto  alla povertà e  alle disuguaglianze crescenti, sulla tutela dei diritti a partire da quello al reddito,  sui  beni  sottratti alla criminalità organizzata  e restituiti alla cittadinanza. Da più di 15 anni il territorio non cresce,  sacche di povertà  coinvolgono una grande percentuale delle famiglie e con un’incidenza quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese.  Si registra  in questo periodo un’ulteriore  incremento del tasso di disoccupazione, in particolare per le donne ed i giovani, mentre la crisi genera una crescita dei  bisogni ed un disinvestimento sul sistema dei servizi  socio-sanitari già fortemente inadeguato. Una situazione di svantaggio nota che sta comportando un aumento ulteriore delle disuguaglianze sociali e che dovrebbe allarmare chi invece ha la responsabilità delle politiche sociali e di trovare risorse e risposte adeguate. La crisi, i processi di impoverimento, la diffusa vulnerabilità economica, la crescente complessità della domanda e dei bisogni sociali richiederebbero un rafforzamento delle politiche di welfare e di contrasto alla povertà. C’è, al contrario, una sistematica riduzione delle attenzioni, delle politiche e delle risorse dedicate a tale settore. Un disimpegno anche, e soprattutto, culturale che appesantisce il lavoro degli operatori con l’ulteriore difficoltà di «utilizzare i linguaggi dei diritti e dell'accoglienza in uno scenario culturale e sociale che non si ferma a guardare chi resta indietro e, piuttosto che accogliere, tende a marginalizzare e allontanare». Si tratta di una deriva del tutto funzionale all’idea di relegare la gestione dei poveri e del disagio alla repressione, al contenimento e all'assistenzialismo caritatevole che diventa indecente se si trasforma in politica pubblica. 

A Santa Maria Capua Vetere ci troviamo, quindi, a fare ancora una volta i conti con scelte di tagli e di riduzioni e con una gestione delle politiche sociali comunali e di ambito orientata da logiche personalistiche e  clientelari che, come da lunga tradizione,  ha elargito come favore quanto riconosciuto come diritto. Gestione tra l’altro inefficace che ha sprecato occasioni e non solo non ha saputo intercettare risorse ed opportunità con una buona attività progettuale, ma non è stata in grado di spendere le risorse già destinate al territorio da misure dedicate, perdendole. Su tutto questo noi intendiamo intervenire con una nuova amministrazione che  dia risposte concrete ai bisogni delle persone a partire dall’idea che le politiche  sociali non possono continuare ad essere marginali né possono essere considerate solo  un investimento a perdere ma, al contrario, rivestono un ruolo centrale per promuovere le condizioni di partenza della crescita di un territorio e per garantire legalità e giustizia sociale.

Il welfare e il lavoro sociale  non solo  sono possibili, necessari e sostenibili, soprattutto nei momenti di crisi, ma,  se correttamente realizzati, oltre a tutelare i diritti dei più fragili e aumentare benessere e sicurezza collettivi,  sono anche economicamente utili ed esempi di buona e razionale spesa pubblica.  In un’ottica di prevenzione all’odierno disimpegno economico, culturale  e politico sui temi del welfare occorre reagire con coraggio e rivendicando, pur in epoca di scarsità, il valore e l'indispensabilità delle politiche sociali, dei servizi territoriali, degli interventi mirati alla coesione e all'emancipazione delle persone. Occorre attaccare i luoghi comuni e le semplificazioni, gridare forte che è l’austerità che spreca. Si tratta di tornare a investire sulle politiche sociali e di cittadinanza per raggiungere obiettivi di coesione e di inclusione, di sicurezza, salute, di promozione della legalità e della  qualità della vita della comunità. Perché ciò accada è necessario che gli interventi di protezione sociale siano coniugati all’interno di strategie pubbliche che tutelino i diritti di cittadinanza, per cui le azioni, le politiche e gli interventi devono essere organicamente collegati alle politiche della cultura, del tempo libero, della mobilità dei giovani, dell’educazione, della formazione e del lavoro, della pianificazione urbanistica e devono essere integrati con le politiche socio-sanitarie e sanitarie. Ma, innanzitutto, le politiche sociali devono essere dotate di risorse significative per un rilancio concreto del welfare. Ciascuno deve fare bene la sua parte evitando che la governance verticale sia occasione di alibi reciproci. La prossima amministrazione deve essere occasione per un necessario salto di qualità, che utilizzi bene  le risorse ordinarie (FNPS, FNA), sapendole incrociare con quelle provenienti dai Fondi Strutturali. Per questo sarà indispensabile individuare  professionalità  dotando il comune e l’ufficio di piano di una dirigenza competente.

Il nostro programma non può che essere orientato a  rivalutare le politiche sociali attraverso un più forte investimento di risorse e servizi; condizioni economiche più adeguate a garantire la qualità del lavoro sociale e maggiori tutele per i lavoratori del settore; una più puntuale ed efficace programmazione per il reale sviluppo di un sistema integrato di servizi e prestazioni sociali; certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento.

In particolare sarà indispensabile prevedere un più forte investimento per il sistema dei servizi sociali  valorizzando il significato del lavoro sociale nei processi di sviluppo; destinare urgentemente più risorse economiche alla spesa sociale, innalzando ad almeno 10 euro la spesa sociale pro-capite annua. Per una reale discontinuità con le precedenti amministrazioni sarà indispensabile pretendere  la massima trasparenza delle procedure di affidamento al terzo settore, consentendo la tracciabilità degli impegni e dei mandati di pagamento portando in tempi fisiologici i pagamenti per le attività in corso.

Il nostro programma promuove  un welfare di comunità, in cui la solidarietà, lungi dall’essere riduttivamente carità e beneficenza, è un modello efficace di convivenza fondata sull'emancipazione e l’autonomia dei soggetti coinvolti; sull'accoglienza in luoghi degni e accessibili; sulla convivenza (e non solo co-esistenza) delle differenze; su azioni di mediazione sociale e dei conflitti capaci di far sentire tutti gli attori (forti e deboli, primi e ultimi, normali e differenti) come parte integrante, reciproca  e riconosciuta di una comunità o di un gruppo (solo il riconoscimento determina fiducia, rispetto, appartenenza);

Il nostro programma promuove  un welfare della cittadinanza e della responsabilità, che si riconosce e vuole essere riconosciuto come insieme di azioni teso al benessere dell'intera comunità; che rivendica la propria trasversalità all'agire amministrativo; che rivendica il diritto alla partecipazione e alla corresponsabilità nelle diverse azioni tese al governo del territorio, soprattutto a livello locale, nell’ottica di una sussidiarietà non subalterna e funzionale alle logiche di potere gestionale dei servizi, ma espressione della ricchezza delle risorse e delle opportunità.

La scommessa è creare ricchezza economica e sociale con le risorse che nessuno vede e vuole rendere disponibili, risorse cognitive, emotive, strategiche …..innescare risorse inutilizzate, liberare energie, produrre visioni più articolate, prefigurare progettualità inedite. Investire sulla socialità per generare risorse utili per costruire e sostenere servizi di qualità ed innovativi”  F. Olivetti Manoukian.

sabato 16 aprile 2016

Referendum, il quorum è vicino. Votare Sì per dare un segnale di democrazia e partecipazione

Abbiamo percorso le strade, le città e i Paesi, della nostra Italia in lungo e in largo raccontando a tutti quanto fosse un passo importante il referendum di domenica per il futuro del nostro Paese. Insieme a tutte le associazioni ambientaliste, e non, adesso siamo ad un passo dal quorum secondo i sondaggi e con un ultimo sforzo continuiamo a render l’aria nervosa intorno a Palazzo Chigi.

Abbiamo fatto un lungo percorso, che ha visto migliaia di volti, di sorrisi, decine di slogan, manifestazioni, proteste e bandiere muoversi con forza all’interno del nostro Paese.

Abbiamo visto i colori dei cittadini e delle cittadine che hanno lottato davvero per i loro territori, per la loro famiglia, per i loro figli. Le emozioni di coloro che nella loro vita non vorrebbero mai vedere il loro mare tinto di nero, la loro attività turistica o di pesca fallire in poche ore e rimanere inermi dinanzi a quella visione.

Abbiamo fatto un lungo percorso che ha visto l’impossibilità concreta di confrontarci con chiarezza con le istituzioni che invece continuavano incessantemente a ostacolare qualsiasi dialogo, un MiSE sordo dinnanzi agli amministratori, ai tecnici, alla popolazione abruzzese, e non solo, che chiedevano rispetto della loro terra, del loro patrimonio naturalistico e delle loro vite.

Abbiamo visto questo governo disposto a tutto pur di conservare ai petrolieri quel loro privilegio, assecondandone le richieste, proponendo che quelle loro concessioni (poi scopertesi per il 47,7% senza Valutazione d’Impatto Ambientale) possano essere disposte fino all’estrazione dell’ultima tonnellata di gas e di petrolio entro le 12 miglia di costa. Un governo che aumenta gli investimenti ai combustibili fossili e che in un momento ancora di forte crisi economica non ha alcuna perplessità nello spendere 350 milioni di euro invece di accorpare, con proposta di legge, il referendum alle elezioni amministrative (un anno di royalty), disposto a cancellare un simbolo come Ombrina Mare pur di raffreddare lo scontro, rendere nulle quasi tutte le proposte referendarie presentate, consigliare l’astensione nonostante la complessità che sta vivendo la vita democratica nel nostro Paese.

Abbiamo visto e vissuto tutto questo e insieme a tanti e a tante abbiamo iniziato un percorso di discontinuità, che parla di fonti energetiche rinnovabili, di resilienza, di Sharing Economy, di economia circolare, di efficientamento energetico, in linea con moltissimi paesi europei, che come noi credono in un nuovo modello di sviluppo quanto più sostenibile per il nostro Pianeta. La transazione energetica non solo è desiderabile, perché creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro, ma è da attuare nell’immediato futuro per la tutela degli equilibri dell’ecosistema e della vita dell’uomo stesso.

Per questo Sinistra Italiana voterà Si domenica al referendum, perché le scelte di politica energetica di questo Paese non possono essere ad appannaggio del solo Governo e delle sole istituzioni centrali ma tutti i cittadini e tutte le cittadine devono avere la possibilità di indicare quale cammino vogliono percorrere nel prossimo futuro. Sinistra Italiana voterà Si perché uscire dal vortice dei combustibili fossili per noi è una necessità imprescindibile per la formazione di qualsiasi altra politica, nel riconoscimento della pericolosità dei cambiamenti climatici.

Per questo domenica 17 aprile in tutta Italia andiamo a votare al referendum per l’abrogazione dell’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.

Andiamo a votare entro l’ora di pranzo, per il “Mezzogiorno di Quorum”, e diamo un segnale di grande democrazia e partecipazione a tutti coloro che invece preferirebbero non arrivasse.

giovedì 7 aprile 2016

Un mare senza trivelle? Sì, lo voglio. SEL in Piazza Mazzini

Il circolo Enrico Berlinguer di SEL – Sinistra Italiana di Santa Maria Capua Vetere organizzerà domenica 10 aprile, in piazza Mazzini, un gazebo informativo per spiegare le ragioni del "Sì" al referendum NoTriv del 17 aprile 2016. 

Al referendum del 17 aprile invitiamo i cittadini a votare Sì. Vogliamo che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori delle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e la febbre del Pianeta, rispettando gli impegni che il Governo ha preso alla COP21 di Parigi a fine 2015. La scelta del governo di non accorpare il referendum alle elezioni amministrative costerà alle casse dello Stato circa 350 milioni di euro. Vogliono sfavorire la partecipazione democratica, dobbiamo fare di tutto per impedirglielo. Chi dice che le trivellazioni porteranno nuovi posti di lavoro racconta una falsità. Le piattaforme petrolifere sono ad alta densità di capitali ma a bassissima di lavoro. Dove ci sono le trivelle il saldo tra nuova occupazione e quella preesistente è negativo. I nostri mari ospitano quantità minime di gas e petrolio: le riserve di petrolio equivalgono a circa 7-8 settimane di consumo nazionale, quelle di gas 6 mesi. I combustibili poi non appartengono agli italiani ma alle multinazionali che li rivendono all’estero. C’è un rischio incidenti, il mediterraneo e un mare “chiuso”, per estrarre poche gocce di petrolio metteremmo in pericolo le coste, la fauna e la flora marina. Le piattaforme petrolifere davanti ai nostri litorali penalizzeranno il turismo che da solo vale il 10% del Pil del Paese. Quindi, a che servono le trivelle? Se non portano posti di lavoro né soldi allo Stato, non garantiscono l’indipendenza energetica, non combattono i cambiamenti climatici, mettono a rischio l’intero ecosistema, turismo, pesca e commercio, a cosa servono? A garantire guadagni facili alle multinazionali petrolifere. L’alternativa è votare SI, non serve solo a fermare le trivelle ma a chiedere politiche di messa in sicurezza del territorio e investimenti nelle energie rinnovabili. Chi vota SI al referendum di domenica 17 aprile vuole tutelare l’ambiente e la salute delle persone, creare nuovi posti di lavoro e non regalare l’Italia ai petrolieri stranieri".
"Un mare senza trivelle? Sì, lo voglio"

sabato 26 marzo 2016

Contro le trivelle SI dice SÍ


Referendum 17 Aprile CONTRO LE TRIVELLE -#sivotasì
Il 17 aprile in tutta Italia si voterà per il referendum sulle trivelle. Trivelle che non porteranno un posto di lavoro essendo un investimento ad alta intensità di capitali ma bassissima di lavoro, non garantiscono nessuna indipendenza energetica (secondo dati dello stesso governo, cioè del Ministero dello Sviluppo economico, il petrolio e il gas stanno in quantità minime nei nostri mari: le riserve di petrolio equivalgono a 7-8 settimane di consumo nazionale, mentre l’estrazione di gas 6 mesi), non combattono i cambiamenti climatici e mettono a rischio il nostro turismo, che vale il 10% del PIL. Per Sinistra Italiana è un appuntamento importante, non solo per schierarci contro la folle idea di regalare il nostro mare alle multinazionali e fermare lo scempio messo in atto dal governo Renzi. Ma perché è l’occasione per noi, essendo un soggetto in costituzione, di caratterizzare la nostra battaglia politica facendo diventare questo appuntamento referendario un evento che vada oltre il mero quesito tecnico. Intorno al quesito delle trivelle si gioca una partita molto più grande: la messa in discussione di un paradigma che non riguarda solo le trivelle, ma a che fare con l’ambiente, la salute, il lavoro, la qualità della vita, i cambiamenti climatici. Questo dobbiamo fare nelle prossime settimane: caratterizzare il nostro Sì al referendum come la messa in discussione delle politiche da finti innovatori del governo Renzi e rendere percepibile la nostra, alternativa, proposta politica. Come preannunciato nelle scorse ore, abbiamo lanciato una due giorni nazionale di informativa nelle piazze per sabato 19 e domenica 20 marzo, e l’abbiamo chiamata #sivotasì, 100 piazze contro le trivelle.

Il nostro gazebo in Piazza Mazzini
Votare Sì non serve solo a fermare le trivelle. Ma a chiedere a questo governo politiche che possano mettere in sicurezza il territorio (cioè il contrario di quelle messe in atto dallo Sblocca Italia che asfalteranno di cemento il Paese e daranno il via alla costruzione di nuovi inutili inceneritori), a investire sulle energie rinnovabili, a seguire il passo delle tecnologie più moderne che permettono di tutelare l’ambiente e la salute delle persone, di creare nuovi posti di lavoro e non regalare l’Italia ai petrolieri stranieri. La scelta del governo di non accorpare il referendum alle amministrative costerà alle casse dello Stato circa 350 milioni di euro. Vogliono sfavorire la partecipazione, noi dobbiamo impedirglielo. Condividiamo, parliamone, portiamo la gente a votare. C'è in gioco il Paese!






mercoledì 27 gennaio 2016


COMUNICATO STAMPA

A seguito del Comunicato Stampa del 16 Gennaio 2016, in cui abbiamo palesato le distanze dal tavolo del CentroSinistra sponsorizzato dal PD cittadino, su alcune testate giornalistiche locali abbiamo visto il nostro Circolo associato ad un altro progetto elettorale cittadino, quello messo in piedi dall’avv.Antonio Mirra.

Teniamo a precisare che non ci sono né ci sono stati contatti o incontri tra il Circolo SEL “E.Berlinguer” e l’Avv.Mirra (o con i sostenitori della sua candidatura). Non nutriamo alcun interesse per un progetto che non ha ombra di caratterizzazione politica e tiene insieme espressioni politiche e civiche le cui provenienze sono le più disparate. Riteniamo che le idee, i principi che guidano le scelte degli uomini siano il frutto di una netta e convinta scelta di campo, che si matura quotidianamente, che si consolida nel tempo, che si manifesta tanto nei gesti personali che nella vita politica (se fosse poi possibile tenere distinti i due ambiti), e non possano essere improvvisate o modellate in funzione dell’esigenza o della necessità del momento.

A conclusione vogliamo poi ridabire che il Coordinamento del Circolo “E. Berlinguer” è l’unico organismo cittadino deputato a fare le scelte e a comunicare la linea politica di Sinistra Ecologia e Libertà a Santa Maria Capua Vetere: saremo quindi noi a comunicare di volta in volta le nostre decisioni alla stampa, con chiarezza e trasparenza, sollevando i giornalisti dall’incombenza di immaginare o presupporre posizionamenti e strategie, evitando loro di incappare in imprecisioni o in scommesse, che spesso hanno avuto epiloghi ben lontani dalla realtà.
 

Santa Maria Capua Vetere,  27 Gennaio 2016




domenica 17 gennaio 2016


COMUNICATO STAMPA

Nei giorni scorsi, come Sinistra Ecologia e Libertà, abbiamo accolto l’invito del Segretario cittadino del PD, Maurizio Capitelli, a partecipare al tavolo del CentroSinistra a Santa Maria Capua Vetere.
La nostra presenza a quel tavolo, definito interlocutorio da parte di tutti i convenuti (e tale certamente per noi), é stato un atto di cortesia politica a cui abbiamo scelto di non sottrarci: lo scambio di battute e le intenzioni politiche che sono state enunciate dai presenti ci hanno confermato che non ci sono attualmente le condizioni per condividere nessuna iniziativa in vista delle prossime Amministrative.

Del resto oggi le posizioni politiche del CentroSinistra territoriali sono incredibilmente lontane dal nostro orizzonte di valori  e,  a livello nazionale,  le battaglie parlamentari ci vedono schierati su fronti diversi con il PD lanciato allo smantellamento costituzionale, dei diritti, del welfare, del lavoro, e i rappresentanti di SEL/SinistraItaliana all’opposizione nel tentativo di resistere e di arginare l’arroganza renziana.

Gli ultimi  cinque anni di Amministrazione non possono  essere dimenticati con un colpo di spugna facendo finta che nulla sia accaduto: non crediamo sia possibile poter pensare come discontinue e alternative all’amministrazione Di Muro le stesse forze politiche e gli stessi esponenti che ne hanno costituito la struttura portante fino a pochi mesi fa.

Tutto questo ci spinge a fare una scelta netta e maggiormente caratterizzata,  in chiara discontinuità con il passato che consenta a noi e a tutti i cittadini e le cittadine di Santa Maria Capua Vetere che sceglieranno di condividerla, di ritrovare il senso della partecipazione attiva.

È il momento di mettere autenticamente al centro dell’agire politico il ripristino della LEGALITÀ e della  TRASPARENZA AMMINISTRATIVA, la tutela  dei DIRITTI e il rilancio del  WELFARE, la restituzione dei BENI COMUNI alla città, la difesa dell’ AMBIENTE e della SALUTE PUBBLICA.

È da qui che vogliamo partire per la condivisione per le prossime Elezioni Amministrative di un progetto di SEL/SINISTRA ITALIANA, aperto a chiunque si riconosca in una proposta politica nuova ma fortemente caratterizzato che consenta a Santa Maria Capua Vetere, come nel resto del Paese, di restituire a tutti coloro che si sentono disincantati e delusi un motivo per crederci di nuovo e rimettersi in gioco per il bene comune.


Santa Maria Capua Vetere,  16 Gennaio 2016